Disoccupazione: percentuale da record
La fascia più colpita è quella dei giovani
I recenti dati Istat mostrano un aumento del tasso di disoccupazione tra i giovani nella fascia compresa tra i 15 e i 24 anni, arrivando a segnare una preoccupante percentuale pari al 36,2%, registrando inoltre un ulteriore aumento rispetto al mese di aprile scorso dello 0.9%. I disoccupati per quanto riguarda la fascia di età compresa tra i 35- 50 anni diminuiscono dello 0,7% arrivando a registrare una crescita annuale intorno al 26%.
La vera preoccupazione riguarda la mancanza di lavoro per la fascia giovanile. Le cause dell’aumento della disoccupazione in Italia hanno come base numerose motivazioni tra le quali:
- una profonda crisi economica;
- uno scarso coordinamento tra il mondo scolastico e quello lavorativo;
- una bassa domanda di lavoro e in particolare di lavoratori qualificati;
- una scarsa professionalità giovanile per poter svolgere lavori manuali come ad esempio falegnami, idraulici, elettricisti, tecnici informatici e molto altro;
- in molti casi il rifiuto da parte di alcuni giovani a svolgere lavori manuali particolarmente pesanti e impegnativi o lavori cosi detti umili;
- difficoltà e spesso rifiuto ad accettare e svolgere lavori sotto qualificati.
A detta di Federconsumatori la situazione era prevedibile in considerazione del fatto che l’attuale Governo non ha determinato manovre per rilanciare il mondo del lavoro, ma soprattutto evidenzia la certezza che la situazione peggiorerà. Si tratta pertanto di trovare velocemente soluzioni concrete a tale problema.
Per ridurre la disoccupazione giovanile si dovranno adottare una serie d’iniziative quali:
- avviare una nuova politica con lo scopo di rilanciare sia l’unione economica che quella monetaria;
- sviluppare l’economia e attirare investitori stranieri a investire nel nostro paese;
- dare vantaggi fiscali alle aziende che offrono posti di apprendistato ai giovani disoccupati;
- garantire incentivi a tutti coloro che vogliono iniziare un’attività e soprattutto ridurre i costi e la burocrazia legata alla sua attivazione;
- eliminare i costi per l’apertura della partita I.V.A.;
- concedere prestiti senza interessi per i primi due anni d’inizio attività;
- avvicinare i giovani ai lavori artigianali garantendo loro un adeguato stipendio;
- ridurre le aliquote fiscali sui redditi dei lavoratori giovanili;
- ristrutturare completamente la formazione professionale;
- organizzare degli stage, presso le scuole o le Università, a costi molto ridotti e finalizzati a fornire ai giovani l’esperienza lavorativa necessaria per aspirare a determinati lavori che la richiedono.