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Il punto di vista del franchisee

Si può aprire un’attività imprenditoriale senza rischi?

Oggi molti giovani in cerca di lavoro desiderano avviare un’attività in proprio, senza, però, avere la necessaria competenza per gestire un’azienda. Aprire un’attività in franchising può essere una soluzione molto valida per chi, anche se dotato di coraggio ed intraprendenza, non possiede l’esperienza necessaria. Avviare un’attività in franchising vuol dire affiliarsi ad un marchio di un’azienda già affermata, sfruttare la sua esperienza senza dover partire da zero.

In Italia esistono più di 1.000 opportunità per aprire un’attività in franchising.

Ma come si fa a scegliere a quale franchisor affidarsi?

Fortunatamente il contratto di franchising, o di affiliazione, in Italia è regolamentato da un normativa ben precisa dettata dalla Legge n. 199 del 2004, che  ne ha stabilito i principi fondamentali.

L’accordo contrattuale, che rientra tra quelli di natura atipica, stabilisce che un’impresa, denominata franchisor, consente ad un’altra impresa, detta franchisee, attraverso la concessione di una licenza d’uso, di commercializzare e distribuire i prodotti e/o servizi della propria azienda, utilizzando il marchio o l’insegna dell’impresa stessa.

Gli elementi fondamentali di un contratto di affiliazione commerciale sono: Know-how, diritto di ingresso, royalties, beni dell’affiliante, rete di vendita e la durata contrattuale.

Il know how rappresenta tutto quel patrimonio di conoscenze pratiche non brevettate derivanti da esperienze e da prove eseguite dall’affiliante, patrimonio che è segreto, sostanziale ed individuato.

Il diritto d’ingresso (fee) può variare da pochi migliaia di euro a varie centinaia, ammortizzabile durante l’arco contrattuale.

Le royalties (canoni periodici) in media sono inferiori al dieci per cento e riguardano l’uso del marchio, l’assistenza e il supporto, l’aggiornamento, il marketing e, se non ottenuti in altro modo, i margini di guadagno dell’affiliante.

La durata contrattuale minima è di tre anni.

L’affiliato, prima di decidere se sottoscrivere o meno il contratto di affiliazione deve valutare attentamente l’ammontare degli investimenti iniziali, l’ammontare delle spese di ingresso, le modalità di determinazione delle royalties, il metodo di determinazione del know-how fornito sia dal franchisor che dal franchisee, l’indicazione specifica dei servizi che deve rendere, le condizioni di rinnovo, risoluzione e cessione del contratto e, se viene definito, l’indicazione dell’incasso minimo da realizzare.

Il candidato franchisee ha il diritto di visionare i bilanci degli ultimi 3 anni dell’azienda, di valutare attentamente l’intera rete di vendita e di esaminare attentamente il contratto per 30 giorni prima di prendere una decisione.

Le tipologie dei contratti di affiliazione si suddividono in:

  • Franchising di distribuzione
  • Franchising di servizi
  • Franchising industriale

Di solito il franchisor impone delle restrizioni, che possono risultare difficili da accettare se il gestore del punto vendita ritiene che possa esistere una forte richiesta di un prodotto nuovo o diverso. Il franchisee è sempre soggetto alle decisioni prese dalla rete centrale.

Il tasso di crescita delle attività in franchising supera quello del dettaglio indipendente.

L’Associazione Italiana del Franchising ha infatti rilevato che il 93% dei franchisee ha rinnovato il contratto alla sua scadenza naturale.