Crisi immobiliare: la soluzione è il cohousing
Condividere spazi per risparmiare e contrastare le difficoltà economiche
Non vi è dubbio che la crisi che ha colpito l’Italia e più in generale tutta la zona euro ha messo in difficoltà diversi comparti economici nazionali che hanno visto comprimersi in maniera importante il relativo volume di affari. Oltre al settore automobilistico a palesare il maggiore calo è sicuramente quello della casa. Una vera e propria crisi del mercato immobiliare italiano scaturita da alcuni fattori contingenti come l’introduzione della Imposta Municipale Unica (IMU) e delle difficoltà riscontrati dai cittadini nell’accedere al credito. Insomma è quasi fisiologico che in presenza di una maggiore tassazione sugli immobili e dell’impossibilità di poter accedere a strumenti finanziari la domanda sia scesa in maniera sostanziosa. Per ovviare a queste difficoltà in Italia e nel mondo sono sempre di più le persone che si affidano al cosiddetto cohouising.
Il cohousing è la decisione assolutamente volontaria da parte di un determinato gruppo di persone di condividere alcuni aspetti e servizi della casa in maniera tale da accedere al risparmio di alcuni costi.
In pratica un numero di nuclei abitativi che nella norma vanno da un minimo di 20 fino a un massimo di 40 decidono di unirsi in una sorta di villaggio nel quale alcune zone e servizi saranno comuni.
Grazie al cohousing si riesce a unire il piacere di avere dei propri spazi privati al vantaggio di poter condividere alcuni spazi come ad esempio delle zone dove possono stare i bambini per i loro giochi, un laboratorio dove poter fare tutta una serie di lavori, un pezzo di terra dove piantare ortaggi e quant’altro.
L’aspetto interessante è che nel cohousing le persone si sono scelte appositamente per vivere questa esperienza in condivisione, quindi si abbassano sensibilmente la probabilità di possibili litigi come succede nei condomini. Naturalmente per realizzare un ‘villaggio’ occorre in pratica scegliere un terreno dove edificare il tutto e progettare tutti i singoli aspetti.
Il cohousing nacque nel 1960 in Svezia e nel corso degli anni si è diffuso in tantissimi altri Paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia e tanti altri. Oggi nel mondo si contano circa mille agglomerati o per meglio dire villaggi costruiti secondo i criteri del cohousing.
Il cohousing in Italia è arrivato soltanto nel 2010 ma il trend si mostra già in forte ascesa anche perché è una soluzione che sta trovando una sorta di spinta proprio per la crisi del mercato immobiliare. Per quanti fossero interessati a un progetto del genere, possono reperire ulteriori informazioni visitando il sito web cohousing.it.