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Crowdfunding: che cos’è e come funziona il finanziamento 2.0

Un prestito collettivo generato da un processo dal basso

Per tutti quelli che hanno seguito la campagna elettorale di Obama – ma anche per coloro i quali si limitano ad ascoltare anche distrattamente il telegiornale – la parola “crowdfunding” è ormai diventata familiare. Il rieletto Presidente degli Stati Uniti, infatti, ha finanziato buona parte della sua campagna tramite una piattaforma di crowdfunding (o anche crowd funding), quindi con l’aiuto dell’elettorato che è stato diretto stakeholder (dicesi stakeholder – o portatore di interessi – un soggetto influente nei confronti di un’iniziativa economica, che sia un’azienda o un progetto, e capace di influenzarne le scelte).

Ma che cosa è esattamente il crowdfunding? Derivante dall’inglese crowd che vuol dire folla e funding che sta a significare finanziamento (in una traduzione che suona più o meno come “finanziamento comune”), il crowdfunding è un processo collaborativo di più persone che si uniscono – e mettono insieme il proprio denaro – per una causa comune, sostenendo con quelli che si configurano come dei veri e propri prestiti persone o organizzazioni di interesse generale. Si tratta di un vero e proprio processo dal basso che può servire a erogare finanziamenti comuni che siano di aiuto in occasioni di tragedie umanitarie, come sostegno all’arte e alla cultura in generale, per nuovi progetti di imprenditoria e giornalismo collettivo o, più semplicemente, come aiuto alla ricerca scientifica.

Strumento fondamentale per il crowdfunding è il web, sia per quanto riguarda la promozione e la comunicazione della causa per la quale si chiede sostegno, sia per quanto riguarda la raccolta di fondi vera e propria. Secondo una recente ricerca di Crowdsourcing.org, attualmente esistono più di 300 siti che si occupano di fare crowdfunding e si dividono fra quelli che ospitano svariati progetti di finanziamento comune e quelli che, invece, si occupano di un filone specifico.

Esistono sicuramente svariate piattaforme che permettono di realizzare attività di crowdfunding – è vero – ma una delle più famose in assoluto è Kapipal.com, dedicata alle raccolte personali e realizzata dall’italiano Alberto Falossi, autore anche di un vero e proprio manifesto, il Kapipalist Manifesto, che racchiude un po’ tutti i principi più importanti del crowdfunding.

Tra le altre piattaforme vanno menzionate Produzionidalbasso.com, una delle prime in Italia creata nel 2005; Buonacausa.org, il network sociale ed etico dedicato principalmente alle cause umanitarie; Siamosoci.it che raccoglie potenziali investitori per startup a carattere tecnologico e innovativo. Menzione speciale merita Wowcracy che sarà online solo a partire dal 20 Dicembre 2012 e si occuperà di raccogliere finanziamenti comuni per supportare le attività dei giovani designer della moda.

Crowdfunding Un nuovo modo, quindi, di erogare prestiti e forme di finanziamenti comuni per supportare idee, progetti, cause sociali. E se è vero che anche autorevoli istituzioni come il Louvre di Parigi in passato hanno utilizzato il crowdfunding per scopi culturali (con la campagna “Tous Mecenes” ha raccolto un milione di euro per l’acquisto di un dipinto rinascimentale di Cranach da un collezionista privato), non è detto che forme più estreme di questa tipologia di finanziamento non ci vedano, in futuro, spettatori di matrimoni e battesimi organizzati con la metodologia del crowdfunding.