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Il sistema pensionistico in Italia

Le diverse tipologie di pensione nel nostro paese

Il sistema pensionistico in Italia è particolarmente complesso e articolato; la sua comprensione non è immediata anche a causa delle diverse tipologie di pensione che prevede il nostro Paese. Attualmente in Italia vige in sistema retributivo, ossia un sistema in cui l’importo della pensione è commisurato all’importo delle retribuzioni della vita lavorativa; con il sistema contributivo, che verrà presumibilmente introdotto dalla Riforma Fornero, la pensione verrà invece calcolata sulla base dei contributi versati durante la vita lavorativa.

Esistono, come detto, diverse tipologie di pensioni in Italia.

Pensione sociale

È una pensione erogata dall’ente previdenziale Inps a coloro che hanno compiuto il sessantacinquesimo anno di età che vivono in condizione di povertà, non percependo nessun tipo di reddito o percependo pensioni che non superino l’importo della stessa. A oggi, la pensione sociale viene erogata esclusivamente a coloro che possedevano i requisiti per l’accettazione della domanda entro il 31 dicembre 1995, ovvero quando entrò in vigore la riforma Dini; è stata sostituita dall’assegno sociale.

Pensione di invalidità

È una pensione che prescinde dalla definizione standard, perché non viene calcolata in base ai contributi e alla pregressa attività lavorativa, ma viene erogata come riconoscimento in base ad accertati danni invalidanti dalla persona, in maniera proporzionale all’entità del danno, all’età e al reddito percepito.

Pensione di reversibilità

È la pensione riconosciuta dall’Inpdap solitamente al coniuge, ma in generale al parente più prossimo, dell’intestatario del pensionato ex lavoratore per una quota del 60% rispetto alla pensione originaria. È stata introdotta negli anni ottanta per garantire un sostentamento alle donne che spesso alla morte del coniuge vivevano in condizione di estrema indigenza.

Pensione anzianità

È la pensione che spetta a chi ha lavorato come lavoratore dipendente o autonomo, iscrivendosi all’Assicurazione Generale Obbligatoria, abbia maturato almeno trentacinque anni di contributi e abbia compiuto il cinquantanovesimo anno di età. Se, invece, il lavoratore ha maturato quarant’anni di contributi, può accedere al sistema pensionistico a prescindere dall’età anagrafica.

Pensione vecchiaia

Pensioni ItaliaÈ la pensione che spetta ai lavoratori autonomi e dipendenti che al 31 dicembre 1995 già avevano all’attivo attività contributiva, che abbiano compiuto sessant’anni nel caso siano donne e sessantacinque anni nel caso siano uomini, a patto che abbiano versano almeno vent’anni di contributi; per coloro che invece sono assicurati dopo il 31 dicembre 1995 è sufficiente che dimostrino di aver versato almeno cinque anni di contributi, mentre i limiti anagrafici restano invariati rispetto alla situazione precedentemente descritta.