Tags

Related Posts

Share This

Prestiti vacanze: mancanza di liquidità o paura del redditometro?

Adnkronos prova a fare chiarezza sulla situazione

La crisi morde, si rinuncia a tutto, la cinghia si stringe e lo stile di vita diventa come quello dei nostri nonni. Eppure c’è qualcosa che sembra essere per noi un talismano, una sorta di simulacro che ci dia l’illusione che la nostra vita non sia cambiata poi tanto. Nonostante tutto, infatti, gli italiani hanno voglia di partire, di andare all’estero per le feste di Natale e per farlo ricorrono ai prestiti vacanze La ricerca di Adnkronos parla chiaro: su dieci preventivi fatti per viaggi vacanze ai Caraibi (di un importo medio di circa diecimila euro), per sette volte sono stati richiesti anche dei prestiti personali per finanziarli.

Ma è solo la mancanza di liquidità che spinge gli italiani a ricorrere al finanziamento per partire o c’è dell’altro? Non sembra, almeno dai dati dell’indagine statistica. Pare, infatti, che a orientare la scelta degli italiani sia soprattutto la paura del famigerato redditometro, quindi più legata a un problema fiscale che di liquidità. In cinque casi su dieci, infatti, i diretti interessati hanno fatto più o meno velatamente riferimento al timore di un accertamento fiscale come motivazione alla richiesta del finanziamento (il pagamento in contanti potrebbe facilmente essere intercettato dagli ispettori del fisco preposti ai controlli).

La formula pare funzionare se è vero che, secondo un’altra indagine del sito Prestiti.it, solo nel primo semestre del 2012 sono stati erogati più di ventiquattro milioni di euro per finanziare le vacanze degli italiani.

In realtà il sistema è abbastanza semplice. Questi speciali prestiti vacanze – che diventano quasi un business, e molto vantaggioso, anche per le agenzie di Prestiti vacanzeviaggio in quanto prevedono una sorta di commissione da rilasciare all’agenzia stessa – sono a tasso zero e vengono erogati anche senza rilasciare motivazione. In questo modo si può finanziare totalmente la vacanza senza dover dare documentazione aggiuntiva alla società erogratrice e, soprattutto, senza incappare nella rete dei controlli fiscali.

Perchè va bene la “finanza creativa” ma sarebbe davvero difficile riuscire a spiegare al redditometro come si possa conciliare il reddito minimo dichiarato al fisco con una vacanza di Natale ai Caraibi del valore di oltre diecimila euro.