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Liberalizzazioni: mutui non vincolati all’apertura del conto corrente

Novità anche per le polizze assicurative

Il decreto liberalizzazioni varato dal Governo Monti ha introdotto consistenti novità nel settore mutui bancari. Un emendamento presentato dai relatori Filippo Pubblico (Pd) e Simona Vicari (Pdl) in commissione Industria al Senato all’articolo 28 del decreto legge 24 gennaio 2012. n.1 prevede l’eliminazione dell’obbligo di aprire un conto corrente presso la banca in cui si accende il mutuo.

Se il contenuto dell’emendamento dovesse tradursi in realtà applicata, sarà considerata commercialmente scorretta la pratica da parte delle banche di imporre l’apertura di un conto corrente a al richiedente del mutuo.

Lo stesso emendamento, che dovrà ora essere approvato dalla commissione, introduce novità anche per quanto concerne il delicato tema delle assicurazioni Cpi (Credit protection insurance) sui mutui, quelle che coprono il rimborso delle rate in caso di perdita del posto del lavoro, problemi di salute e morte. È infatti previsto che i clienti siano liberi di collegare allo stesso mutuo la polizza di assicurazione sulla vita ritenuta più conveniente. Gli istituti di credito dovranno infatti offrire almeno due preventivi di due differenti gruppi assicurativi non riconducibili alla banca o agli intermediari finanziari presso cui il cliente accende il finanziamento.

Tale provvedimento sembrerebbe a una concessione a favore dei mutuatari, dato che con effetto immediato si vedranno proporre in banca almeno due contratti assicurativi legati al mutuo. Ma una lettura più attenta dell’emendamento rivela un grave colpo alla trasparenza e all’equità. La norma infatti introduce il principio che gli istituti di credito possano condizionare l’erogazione del mutuo alla stipula di una polizza assicurativa, ovvero di un contratto di cross selling/accessorio. Tale aspetto si può tradurre in una sorta di ricatto nei confronti di un aspirante mutuatario qualora non sia interessato alla sottoscrizione di tali polizze. Questa pratica è stata sinora praticata da molti istituti di credito in maniera latente e l’approvazione dell’emendamento potrebbe renderla effettiva.