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Mutuo è donna

La crisi e l’incertezza economica hanno fatto abbassare il numero di richieste di mutui da parte delle famiglie, ma in contro tendenza si muovono le donne single che, invece, si dimostrano più coraggiose ed intraprendenti.

Dal sondaggio portato a termine da MutuiSuperMarket, infatti emerge che il 25% dei richiedenti dei mutui sono donne, e di queste ben il 40% ha meno di 25 anni. 
Si tratta di donne single, giovani, che non hanno paura di indebitarsi, per periodi piuttosto lunghi, per raggiungere i propri obiettivi e la propria indipendenza.

Principalmente donne in carriera, con redditi e prospettive di avanzamenti, che non fanno troppo pesare il rapporto rata reddito, soprattutto se proiettato nel futuro. 
Non a caso la maggioranza di queste potenziali o aspiranti mutuatarie è concentrato nel Nord del Bel Paese, mentre nel Sud si rileva il numero più basso. 
Inoltre sempre le single del Nord preferiscono rischiare un po di più, rimettendo mano alle scelte fatte se necessario, scegliendo il tasso variabile, mentre al Sud c’è il picco delle richieste sul tasso fisso, preferendo andare sul sicuro. 
Dal punto di vista geografico ciò fa emergere una differente cultura dell’indebitamento, visto dalle donne del Nord come un’opportunità di investimento (che presenta i suoi rischi), mentre nel Sud della Penisola il mutuo viene considerato un debito da affrontare con risorse certe e non si vogliono sorprese, anche a costo di pagare una rata più pesante. 
Ma la scelta è condizionata anche dal fatto che il mercato immobiliare del Sud è meno costoso di quello del Nord (quindi è il tasso variabile che permette di richiedere capitali maggiori, con il rapporto rata reddito).

Inoltre risulta anche evidente che nel Nord Italia le opportunità di fare carriere interessanti, alla pari degli uomini, ed il livello di indipendenza ed emancipazione è notevolmente più avanzato rispetto al Meridione. 
Invece nel confronto con il ‘sesso forte’, da questi dati si può desumere che le donne si sentono sempre più indipendenti, non vedono nel matrimonio il mezzo per realizzarsi, ma lo individuano nella carriera, e che questi sforzi devono essere resi concreti, prima di tutto, attraverso l’investimento sulla propria casa.

Anche l’incontro con il “principe azzurro”, non deve portare alla rinuncia delle proprie conquiste, ed è più semplice mantenere quelle dotate di maggiore solidità, che in caso di difficoltà non lasciano comunque in una situazione di più o meno elevata difficoltà economiche, o in generale di disagio.

La fiducia nelle proprie capacità sconfiggono le incertezze e le paure per il futuro, ed in generale si dimostrano più intraprendenti anche solo nella fase di ricerca e di informazione. 
E fanno emergere uno spiccato senso imprenditoriale, prediligendo sfruttare l’indebitamento per creare un capitale, anziché spendere soldi a perdere negli affitti.

Questo tipo di approccio in parte è alimentato dalla propensione delle banche di creare delle soluzioni fatte su misura per le donne, con condizioni spesso agevolate, e allo stesso tempo alimentate dalle stesse donne che si dimostrano un terreno più fertile per posizionare i propri prodotti in un momento in cui le banche hanno grande difficoltà a farlo.