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Aumento dell’Iva ottobre 2013, aliquote al 22%

Previsto per ottobre l’aumento dell’Iva

Nella stagione dei rinvii e delle sospensioni ecco arrivare per gli italiani una scadenza importante. Entro settembre, infatti, si dovrà decidere sull’annosa questione dell’aumento dell’IVA. Correva l’anno 2012 quando l’allora presidente del consiglio Monti varava la manovra “lacrime e sangue”, con la quale l’intero stivale andò incontro ad una sequenza di stangate con pochi precedenti. Ora il governo Letta si appresta ad affrontare lo scoglio IVA 2013. A meno di miracoli di coscienza il primo ottobre 2013 l’imposta passerà dal 21% al 22% con annessi aggravi su aziende, economia, famiglie, pensionati.

Ipotizzando i comportamenti di consumo si stima che una famiglia composta da quattro persone verrà alleggerita di una banconota da 100 euro e poco più all’anno. Per l’erario l’affare sarà ben più voluminoso, saranno ben 4,2 i miliardi che nel 2014 verranno incassati. Per il trimestre di fine anno 2013 invece la cifra si aggirerà sul miliardo di euro.

I settori commerciali che verranno maggiormente colpiti saranno ovviamente i beni irrinunciabili, di prima necessità. Quindi costerà di più andare a fare la spesa, a fare rifornimento di carburante, aumenteranno luce, acqua e gas per citare i principali nodi al pettine degli italiani. Una manovra, l’ennesima, che non farà passare delle belle feste agli italiani.

Aumento Iva 2013Di contro c’è da dire che i consumi subiranno inevitabilmente una contrazione, con il rischio che la fragile, anzi fragilissima ripresa verrà arrestata e l’ennesima richiesta di sacrificio economico si trasformerà in un boomerang. Perchè se l’IVA aumenta il nuovo scenario vedrà oltre alla diminuzione dei consumi anche la riduzione del gettito e quella che ad oggi è un’aliquota di poco superiore alla media europea (IVA pari al 20,5%) vedrà aumentare il suo differenziale rispetto alla EU di 1,5 punti. Alla luce di quanto esposto gli italiani dovranno ancora una volta stare col fiato sospeso, con un occhio ai tassi di interesse europei e con l’altro alle vicissitudini giudiziarie e politiche del paese.