Aumento Iva 2013: i beni e i generi colpiti dai rincari
Quanto peserà l’aumento sulle tasche degli italiani
Come tutti sanno, il temuto aumento dell’Iva è arrivato. Ma quanto e come inciderà sulle nostre tasche questo aumento? Scopriamolo insieme. L’aliquota che viene modificata è quella ordinaria, che sale di un punto percentuale, dal 21 al 22%. Un aumento che andrà a colpire tutti i beni e i servizi che non scontano l’aliquota ridotta del 10%, la quale, insieme a quella del 4% riguardante i generi di prima necessità, rimane invece invariata. Se i beni come il latte e il pane non subiranno rincari, in quanto l’aliquota del 4% rimane, come detto invariata, secondo le associazioni dei consumatori vi sarà comunque un aumento del loro prezzo, in conseguenza dei più elevati costi nel settore dei trasporti, il quale è invece coinvolto dall’aumento dell’aliquota ordinaria.
Il passaggio dell’aliquota ordinaria al 22% renderà più costosi diversi beni e servizi. Nel settore alimentare andremo a pagare di più gli alcolici, succhi di frutta e alimenti ricercati, come ad esempio i tartufi. Come detto, anche il prezzo di altri beni alimentari, pur non colpiti dal passaggio dall’aumento dell’Iva ordinaria, potrebbe subire un rincaro. Rincaro dovuto all’aumento della benzina, colpita invece da questa maggiorazione di un punto percentuale.
Il settore delle auto viene pesantemente colpito: costeranno di più le autovetture, i relativi accessori e i pezzi di ricambio. Superfluo dire che anche andare dal meccanico renderà il nostro portafogli più leggero.
Altri importanti settori coinvolti nell’aumento dell’imposta sono quelli dell’abbigliamento, settore delle calzature compreso, e quello degli elettrodomestici e, più in generale, dei gadget tecnologici ed informatici, come tablet e smartphone.
Infine, non sfuggiranno all’aumento neanche i prodotti di cancelleria, indispensabili per la scuola dei nostri figli e i settori dedicati alla cura della persona: andare dal parrucchiere, in un centro estetico o in una gioielleria, costerà di più.
Secondo le stime delle associazioni dei consumatori, le famiglie italiane dovranno sborsare tra i 200 e i 350 euro in più nel corso dei prossimi dodici mesi e il passaggio dell’Iva al 22% avrà un impatto fortemente negativo sulle spese del periodo natalizio, ormai alle porte.
Il dato che più preoccupa le associazioni dei consumatori è quello secondo cui saranno i nuclei familiari numerosi quelli più colpiti da questo aumento.
È probabilmente anche in considerazione di questo dato che alcune grandi aziende, come Esselunga ed Ikea, hanno annunciato che sosterranno i costi dell’aumento dell’Iva, senza quindi riversarla sui consumatori.