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I negozi affiliati battono la crisi

Buone prospettive per il mondo del franchising

I negozi in franchising sono decisamente in controtendenza rispetto al commercio al dettaglio.

Negli ultimi tre anni i dati di Confcommercio decretano la chiusura di 50.000 esercizi commerciali.

Invece i punti vendita in franchising, sia in Italia (+83) sia all’estero (+228), hanno mostrano un deciso incremento, con un saldo totale che nell’intero triennio porta a 662 nuove aperture.

Questi dati sono stati commentati nei lavori della settima Conferenza nazionale del franchising, che si è tenuta a giugno a Milano, e sono confermati dal trend decisamente positivo degli ultimi mesi del 2012.

Il comparto registra infatti un incremento del giro d’affari di 166 milioni di euro,  corrispondente allo 0,7%, e con un aumento dell’occupazione dell’1%.

Il mondo del franchising rappresenta un’isola felice per diversi motivi: minor rischio imprenditoriale grazie a processi e strutture solide del franchisor, riconoscibilità del marchio sul mercato, vantaggio delle economie di scala.

Il settore dell’abbigliamento, ad esempio, ha retto bene i conti e il marchio Italia va all’estero a caccia di nuovi business.

La concentrazione dei punti vendita in franchising, però, non è uniforme: il 58,08% si trova nel Nord (il 37% nel Nord Ovest, il resto nel Nord-Est).

Il Mezzogiorno presenta comunque ampi margini di sviluppo in quanto lo scorso anno è passato dal 19,52% del 2010 al 20,49% .

Non si tratta certo di performance straordinarie: ma in un periodo di recessione come quello in cui stiamo vivendo questi numeri fanno ben sperare in una continua crescita nel mondo del franchising, che in questo contesto appare come un piccolo miracolo.

Il franchising in questo momento è anche considerato un polo di attrazione per i giovani e le donne, le due categorie più al margine nel mercato del lavoro.