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Il finanziamento per le piccole imprese

Le soluzioni di accesso al credito per le PMI

Per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese (PMI) diversi enti pubblici e, in particolare le camere di commercio, hanno predisposto varie iniziative volte a promuovere le economie locali. Gli enti camerali svolgono diversi compiti e funzioni di promozione delle imprese finalizzate all’accesso ai finanziamenti delle PMI anche attraverso il supporto al consorzio fidi.

Il “Consorzio camerale per il credito e la finanza” è uno strumento utilizzato nell’ambito del sistema camerale per accrescere la competitività delle aziende secondo quanto prevede la normativa vigente ( D.M. 3/7/1986, D.M.22/4/1997, D.M.3/2/2005). Il compito del Consorzio è quindi quello di supportare l’accesso ai finanziamenti alle PMI nell’ambito del sistema bancario locale rappresentato dalle banche di credito cooperativo (BCC) e dalle casse di risparmio.

L’ammontare del finanziamento concesso alla singola impresa tramite il consorzio fidi è in relazione all’adeguatezza patrimoniale dell’azienda e alla sua affidabilità per quanto concerne le garanzie offerte. È necessario che l’impresa sia iscritta alla C.C.I.A.A. e sia in possesso della cosiddetta “garanzia eligibile confidi” richiesta dalle banche come contro garanzia al fine dell’erogazione del finanziamento. Il fido non supera di norma il 60/70 per cento dell’intero importo erogato, la parte residua deve essere garantita dall’impresa attraverso mezzi propri. La durata del finanziamento varia da un minimo di 5 anni ad un massimo di 15 anni e varia da banca a banca.

Un’altra possibilità di accesso al credito riservato alle PMI è rappresentata dal cosiddetto “Fondo Centrale di garanzia“; si tratta di una forma di prestito per le imprese garantito dallo Stato. Per accedere al Fondo Centrale di garanzia l’impresa si deve rivolgere all’istituto di credito facendo esplicita richiesta di erogazione del prestito mediante garanzia pubblica senza che sia necessario attivare ulteriori garanzie quali, ad esempio, fidejussoni o polizze assicurative a tutela del credito. Ciò si traduce in un risparmio dei costi per l’impresa che può così accedere ad un finanziamento coperto da una garanzia che ammonta da un minimo del 50 per cento ad un massimo dell’80 per cento dell’intero importo erogato. L’ammontare del prestito garantito non può superare 1,5 milioni di euro.

Per quanto riguarda il rapporto Banca ed Impresa, le condizioni di rimborso, i tassi di interesse e la richiesta di garanzie aggiuntive sulla parte eccedente l’importo garantito, dipendono dalla libera contrattazione tra imprese e dalle condizioni del mercato.

Tra le varie iniziative volte a favorire l’accesso al credito delle PMI, merita senz’altro di essere segnalato l’accordo stipulato tra Borsa italiana, ABI e Confindustria che ha visto, inoltre, la partecipazione del Ministero dello sviluppo economico, del Fondo italiano d’investimento, Sace e del Fondo Europeo per gli investimenti. Gli enti coinvolti hanno firmato un protocollo dando avvio al cosiddetto “Progetto Eliterivolto alle PMI quotate in borsa o che vogliano quotarsi al fine di incrementarne la patrimonializzazione. Il progetto Elite ha come obiettivo quello di aumentare il merito creditizio delle piccole imprese al fine di favorirne l’accesso al credito.