Imu 2013: sospesa la prima rata di giugno
Il Governo Letta ha congelato il pagamento dell’imposta sugli immobili
Imu 2013, prima svolta. È stato il primo tema caldo da affrontare per il nuovo Governo Letta appena insediatosi: la questione Imu, la tassa sugli immobili che ha rappresentato una delle principali preoccupazioni fiscali per gli italiani, è stata anche il primo motivo di scontro nella maggioranza allargata, la grande coalizione tra centrodestra e centrosinistra che sta provando a prendere le prime misure per guidare il paese fuori dalla crisi economica.
Per il 2013, la prima rata Imu si sarebbe dovuta pagare entro il prossimo mese di giugno. Il pagamento Imu è stato però congelato per decreto dal nuovo Governo, che ha dunque deciso di rinviare la questione, anche se lo schieramento di centro destra è stato abbastanza chiaro: l’Imu sulla prima casa non si dovrà pagare né a giugno né a dicembre, e va cancellata.
Più cauti i rappresentanti di centro sinistra del Governo, che pur comprendendo le difficoltà finanziarie degli italiani, stanno valutando come si potrebbe far fronte alle mancate entrate, soprattutto per i Comuni, che andrebbero a verificarsi in caso di cancellazione completa dell’Imu. Dunque, pur confermando il fatto che la rata Imu prevista per il prossimo mese di giugno non si pagherà, si sta valutando la possibilità di indire alcune imposte sostitutive, che pur pesando meno sulle tasche degli italiani, potrebbero garantire almeno una parte del gettito fiscale che derivava dall’Imu. Sarebbe una boccata d’ossigeno per i Comuni, per una riforma che potrebbe essere varata entro il prossimo mese di ottobre.
In questo senso, una delle ipotesi più accreditate potrebbe essere quella dell’accorpamento tra l’Imu e la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi al momento a sua volta congelata. Un’unica imposta sul mattone e sui servizi dunque, che possa mettere un punto alla questione e riuscire a soddisfare, almeno in parte, le esigenze delle parti in causa. Anche perché questa soluzione potrebbe rappresentare un’agevolazione anche per le aziende e le piccole imprese, che potrebbero dedurre dall’Irap la nuova tassa, riuscendo ad alleggerire il peso della pressione fiscale che negli ultimi tempi si è fatto oggettivamente insostenibile per i piccoli imprenditori italiani.