Mutui Inpdap: tutte le novità introdotte dal nuovo regolamento 2012
Le principali modifiche del testo
Il mutuo Inpdap è un mutuo ipotecario concesso dall’ente previdenziale ai pubblici dipendenti e della pubblica amministrazione per acquistare la prima casa. L’Inpdap nel 2012 ha subito delle modifiche apportate dalle manovre finanziarie attuate dal Governo di Mario Monti e sta venendo assorbita gradualmente dall’Inps nel processo di ricapitalizzazione e diminuzione degli sprechi di denaro pubblico e di semplificazione.
Affinché un dipendente pubblico possa aver accesso a questo mutuo agevolato, il suo deve essere catalogato come di lusso e non deve appartenere alle categorie catastali A2, A3, A4, A5, A6 e A7. Il massimo erogabile attraverso questo mutuo si attesta su 300.000,00€ e può avere durata minima di 10 anni e massima di 30.
Il regolamento Inpdap 2012 ha introdotto una serie di modifiche strutturali, come l’accesso al mutuo esteso anche ai figli degli iscritti all’ente non solo ai dipendenti della Pubblica Amministrazione; inoltre è stata prevista con il nuovo regolamento la rinegoziazione o la sospensione del mutuo, qualora il richiedente subisca fatti straordinariamente gravi che portino alla riduzione o perdita del reddito che consenta di pagare le rate del mutuo.
Il tasso fisso per il mutuo Inpdap per il 2012 si è attestato sul 3,75% mentre il variabile ha una base di partenza sul 3,50% per il primo anno, che successivamente si attesterà sul livello standard dell’Euribor a 6 mesi.
I vantaggi di questa soluzione finanziaria, come si vede, sono numerosi e consistono, oltre che nei tassi d’interesse agevolati, anche nelle agevolazioni di restituzione che vengono concessi ai membri dell’Ente e, da quest’anno, anche ai loto figli, offrendo quindi un minimo di aiuto in più per la costruzione di un futuro.
Per poter accedere a questa tipologia di finanziamento è necessario essere un dipendente della Pubblica Amministrazione da almeno quattro anni (prima ne bastavano tre): vi possono accedere anche gli statali e i pensionanti dello Stato.
Occorre che nessun membro del nucleo familiare del richiedente sia possessore di un immobile in un raggio di 250 km (in precedenza il limite erano 100km) dal comune in cui è situato l’immobile soggetto al mutuo.
Con la riforma, che al momento ha portato solo modifiche parziali, è stato semplificato l’iter burocratico e quindi anche le domande e i documenti da presentare per chiedere l’accesso al mutuo sono diminuiti rispetto al passato, sono sufficienti i documenti del richiedente, una visura catastale dell’immobile con correlato certificato di agibilità, il certificato notarile che esclude ipoteche, copia del titolo di proprietà del venditore e preliminare di vendita.