Mutuo e lavoro precario
Le oggettive difficoltà economiche in cui non solo l’Italia, ma praticamente tutta l’Euro Zone si trova attualmente hanno fatto si che, come spesso accadde, le categorie più deboli per problemi contingenti si trovino difronte a momenti davvero difficili.
Un dato avvero allarmate è emerso da uno approfondito studio statistico secondo il quale nel nostro Paese i giovani sotto i 35 anni di età che fanno richiesta di mutui alle banche per far avverare il sogno della prima casa, sono una percentuale in continua caduta libera. Pensate che solo il 30% delle richieste totali di mutuo notificate negli ultimi 12 mesi arrivano da giovani e addirittura solo nel 6% dei casi si tratta di lavoratori cosiddetti precari e cioè che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Insomma tempi durissimi, in cui le banche non avendo opportune garanzie sono molto restie a concedere mutui a giovani lavoratori e più in generale a lavoratori con contratti cosiddetti atipici(contratto a progetto, tempo determinato, interinali, autonomi, ecc.). In aggiunta a ciò è emerso che c’è una certa rassegnazione da parte di queste tipologie di lavoratori nell’inutilità della richiesta di mutuo alle banche in quanto è cosa nota l’esito negativo.
E’ evidente che questo è gravissimo non solo per il dilagare di un sentimento di pessimismo e rassegnazione, ma perché alla lunga darà vita ad un vortice che andrà toccare tanti altri settori. Per questi motivi sia l’attuale governo sia il precedente stanno studiando strumenti di supporto sia per la prospettiva di crescita del lavoro e sia per dare la possibilità anche agli attuali precari di poter richiedere e soprattutto ottenere un mutuo dalla banca in prospettiva dell’acquisto della prima casa.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro è in dibattimento in Parlamento un decreto che dovrebbe accorpare tutti i contratti di lavoro atipici e precari in una sola tipologia che preveda da parte dell’Azienda che assume il lavoratore la possibilità di farlo solo ed esclusivamente a tempo indeterminato con la facoltà di poter ‘accantonarlo’ in evidenti e comprovati momenti di difficoltà aziendali e l’obbligo di trovargli un nuovo lavoro immediatamente altrimenti sarà costretta a corrispondere una sorta di cassa integrazione per tre anni di propria tasca in compartecipazione con lo Stato Italiano nella misura del 33%. Inoltre l’azienda che assumerà il nuovo lavoratore potrà usufruire sgravi fiscali fino a 10 mila euro per il primo anno. Chiaro che con questa svolta oseremo dire epocale, le Banche avranno maggiori garanzie nell’accordare un mutuo quanto meno fino ad una certa somma.
Inoltre, il vecchio governo Berlusconi ha emanato un decreto che va ad aiutare i lavoratori precari per l’acquisto della prima casa. Si tratta del decreto n° 256 del 17 Dicembre 2010 detto ‘Fondo Mutuo Prima Casa per i Giovani Precari o Nuclei Familiari Monogenitoriali’. In pratica lo Stato ha trovato un accordo con le Banche con cui si impegna ad offrire un fondo garanzia fino a 75 mila euro per eventuali insolvenze da parte del debitore, al fine di rendere gli istituti di credito più disponibili alla concessione di mutui per l’acquisto della prima casa. Sembra essere un ottimo strumento senonché esistono dei vincoli abbastanza rigidi da rispettare ed ossia: - Età inferiore a 35 anni - Essere una coppia sposata con o senza figli oppure nuclei familiari monogenitoriali - Più della metà del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF deve derivare da un contratto di lavoro atipico - Il reddito ISEE deve essere minore ai 35.000 euro - La giovane coppia non deve essere intestataria di altri immobili ad uso abitativo - L’immobile oggetto dell’acquisito non deve rientrare nelle seguenti categorie catastali ed avere superficie minore di 90 metri quadrati: - A1 (abitazioni signorili) - A8 (ville) - A9 (Castelli e Palazzi) - Il mutuo ipotecario ammissibile non deve superare i 200 mila euro.
In alternativa a ciò spesso le Banche pur di rilasciare un mutuo a lavoratori precari richiedono la firma di un coobbligato (in genere i genitori) che in caso di insolvenza dell’intestatario del mutuo in pratica dovranno far fronte al pagamento delle rate. Naturalmente la persona che si fa garante deve soddisfare i requisiti richiesti dall’istituto di credito. In conclusione, dunque, la nota positiva è che qualcosa si sta muovendo sia da parte degli istituiti di Credito che da parte dello Stato con l’obiettivo di venire incontro ai lavoratori precari con quanti più strumenti possibili.