Champions League: Udinese fuori. Cosa non ha funzionato?
Finisce il sogno di Guidolin, che ora medita l’addio
Il campionato italiano non è riuscito a portare tre squadre nella fase a gironi di Champions. L’Udinese è stato battuto ai calci di rigori dallo Sporting Braga. Eppure la squadra friulana aveva tutte le carte in regola per spuntarla nei preliminari, soprattutto dopo il buon pareggio nella partita di andata, giocata in casa dei portoghesi.
Qualcosa non ha funzionato, gli ingranaggi non hanno girato in maniera fluida e perfetta. Quando al venticinquesimo del primo tempo il colombiano Armero ha insaccato con uno splendido colpo di testa un gran pallone messo in mezzo da Fabbrini, tutto sembrava procedere per il meglio. Al minuto 72 della ripresa Ruben Micael ha gelato i tifosi bianconeri e purtroppo sappiamo tutti come è andata a finire: l’Udinese è fuori dalla Champions League.
Ma cosa c’è stato in mezzo, tra il vantaggio e il pareggio, fino alla sconfitta definitiva? Una squadra arrendevole, che ha calcato in maniera troppo statica la tattica del “ripartire” e, diciamolo, ha resistito così tanto solo grazie alla bravura di uno straordinario Brkic. Come se non bastasse si è messa in mezzo anche la sfortuna; su una delle poche opportunità del secondo tempo, lo stesso Armero autore del vantaggio è andato a incespicare sul terreno proprio quando si trovava a tu per tu con il portiere avversario, salvando i portoghesi.
Per l’ennesima volta l’Udinese si ferma ai preliminari, tanto che Guidolin ora si chiede se davvero avrà mai la possibilità di giocarla questa coppa maledetta, e medita un addio. Ma si sa, sconfitte così clamorose lasciano sempre l’amaro in bocca e i commenti a caldo lasciano il tempo che trovano.
Avrà qualche colpa anche la società in merito a questa sconfitta? Non direi di no, la politica dei giovani è lungimirante, ma poi si intravedono tutti i limiti di una strategia siffatta. Maicosuel, il venticinquenne ragazzino di Guidolin, nella partita più importante della sua vita, fa un fallimentare (e anche tecnicamente inguardabile) cucchiaio al portiere, proprio durante i calci di rigore, quando ti giochi il dentro o fuori. Se non è inesperienza questa… Con i vari Isla o Asamoah l’Udinese avrebbe avuto più chanche, questo è certo.
Le uniche rappresentanti italiane rimangono Milan e Juventus; nessuna delle due sembra purtroppo in grado di far sognare l’Italia, con la prima che deve ancora ritrovare gioco e rinforzi, mentre i bianconeri rimangono un’incognita in cui pesa l’assenza di un top player. Ma, chi lo sa, tutto è possibile, in fin dei conti è il gioco del calcio, non matematica.